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E voi, come state?

In questi giorni Palazzo Ruzzini è apertoAperto ma senza ospiti in una città svuotata dal lockdown. Una città che ospita ogni anno 23 milioni di visitatori: ci sono ben 370 visitatori l’anno per ogni residente nel centro storico, dove siamo meno di 54 mila.
L’anno scorso di questi tempi si parlava di questo, ed era l'Organizzazione mondiale del turismo (Unwto), l’agenzia Onu di riferimento, a dichiarare questi numeri mettendoci in guardia sulla gestione di questi flussi.
Da settimane invece, 
protagonista della nostra incantevole città d’acqua è il silenzio. L’emergenza coronavirus non riguarda più soltanto l’Italia, ma moltissimi altri paesi. Sono vuote e silenziose le vie sotto le nostre case, e ogni immagine sul mondo trasmette un senso di fragilità.

Lo stesso che sentiamo noi veneziani, tra calli, campielli, canali senza l’allegria delle vostre voci, di accenti e lingue straniere provenienti da ogni parte del mondo, colori, suoni che si mescolano da sempre nella nostra città.


Ogni giorno mi fa pensare a Voi


Cammino tra le stanze affrescate da Gregorio Lazzarini e Tiepolo, grandi pittori del Settecento, ammiro dal salone al primo piano la bellezza di Campo Santa Maria Formosa dalle grandi vetrate che lasciano trasparire raggi di sole. È uno dei campi più grandi della città: a partire da esso si snodano un totale di nove calli e di undici ponti. E mi affaccio sul Rio del Paradiso, dove passano solo poche barche a remi o a motore di residenti autorizzati. Venezia incanta sempre, ma la magia del silenzio amplifica gli spazi. È una Venezia sconosciuta ai più, e ora mi sento un privilegiato a poterla vivere e raccontare a voi.

È una sensazione strana e ogni giorno mi fa pensare a voi, chiusi nelle vostre case del nostro bellissimo Paese, Torino, Milano, Bologna, Roma, Napoli, Cagliari, Palermo… o del mondo. Agli ospiti newyorkesi, che ora sono nella Grande Mela, una metropoli all’inizio così lontana dall’emergenza scoppiata in Cina e poi diffusasi in Italia e in Europa, è oggi una delle città svuotate più a rischio. Agli spagnoli che hanno la loro Madrid, tra le capitali tra le più colpite in Europa dall’emergenza coronavirus. Ai francesi, a Parigi e a tutta la Francia in lockdown da quasi due settimane. All’Australia, Norvegia, Argentina... non c’è posto del mondo che non sia stato ospite al Ruzzini. E ora tutti quei volti si legano anche alle notizie di bellissimi gesti di solidarietà tra i Paesi del Mondo, che ci dimostrano proprio ora che siamo distanti che un mondo senza divisioni sia possibile. Quando torneremo ad abbracciarci, ricordiamoci di questa nostalgia ma soprattutto ricordiamoci di riscoprire nuovi sentimenti, nuove emozioni attraverso il paesaggio che il nostro Paese offre.
Ricominciamo a viaggiare e a lasciare che a contagiarci questa volta sia 
la bellezza delle nostre città.


TORNEREMO A VIVERE, MEGLIO DI PRIMA!


Quando tutto finirà, noi dovremo ricordarci anche di essere orgogliosi del nostro sistema sanitario. Grandi medici, donne e uomini, grande personale sanitario, che hanno lottato e hanno garantito assistenza continua. E non dobbiamo dimenticarci dei grandi ricercatori straordinari come alcuni grandi italiani che lavorano in Usa: il professore Guido Silvestri è ordinario e capo dipartimento di Patologia alla Emory University di Atlanta, o la virologa Ilaria Capua, Università della Florida, perché sono loro ad essere i primi ottimisti, un “ottimismo che viene dalla conoscenza” della ricerca.

Tutti stanno lavorando alacremente soprattutto negli USA su diverse piattaforme vaccinali, sulle nuove cure, e rendendoci consapevoli che si tratta di una malattia la cui letalità è stimata sotto il 2%

“Sono convinto che tra qualche mese torneremo a vivere come prima – anzi, che vivremo meglio di prima, se da questa grande paura avremo imparato le giuste lezioni, come scienziati, come cittadini e come umanità in generale.”

Questo il messaggio del prof. Silvestri che condivido con voi.

Essere uomini migliori, in un mondo migliore. Questa è la vera sfida che dobbiamo vincere tutti insieme.


RIEMPIAMO LE STANZE RUZZINI DI RICORDI


Con questo messaggio di ottimismo e speranza, volevo mandarvi un abbraccio grande come il mondo da Venezia, città che vi appartiene e che vi aspetta! Come il resto d’Italia anche noi stiamo tenendo duro in questo momento difficile, ma siamo sicuri che anche grazie a tutti voi Venezia, come il resto del Paese, si potrà rialzare più forte e più splendente!
Ora più che mai la vostra vicinanza è importante e per questo abbiamo pensato di chiedervi un aiuto per riempire il vuoto delle stanze con la pienezza dei vostri ricordi al Ruzzini Palace, postando o inviandoci i vostri scatti con l'hashtag 
#ILoveMyRuzzini… Ricostruiremo un nostro diario per sentirci uniti.


Torneranno i nostri sogni, torneranno le emozioni.


A presto!

Sebastiano Cagnin

Direttore Ruzzini Palace HotelNuovo paragrafo

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